Top Ten Fratelli Coen

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di Emanuele D’Aniello

30 anni fa esatti, al Festival di Toronto, veniva proiettato e visto per la prima volta Blood Simple, il film d’esordio di un giovane duo di fratelli al tempo ovviamente sconosciuti, Joel Coen e Ethan Coen. Ora, 30 anni dopo, chi dice di non conoscerli viene inevivabilmente preso per pazzo, e il duo è diventato un’entità venerabile per milioni di cinefili in tutto il mondo. Passando per il noir, la commedia, il thriller, gli adattamenti letterari, i Coen hanno riscritto il modo di fare cinema e forse senza volerlo sono diventati tra i maggiori narratori prima dell’America contemporanea, e poi dei difetti dell’umanità stessa. Perchè il cinema dei Coen si è quasi sempre occupato dei limite dell’uomo, immaginato come una pedina persa in mezzo alla casualità negativa della vita, e sempre visto non come buono o cattivo, ma inevitabilmente come essere stupido. Perlomeno, temi così tragici li hanno sempre raccontati con grande umorismo e arguzia.

Per celebrare la loro fantastica carriera, andiamo a rivedere quelli che per noi (e come potete immaginare, la scelta è stata difficilissima con dolore esclusioni) sono i loro 10 migliori film.

10.  ARIZONA JUNIOR  (1987)

Dopo aver esordito con un thriller/noir, per il loro secondo film i fratelli Coen scelgono un genere completamente diverso, una commedia farsesca che prende a piene mani dallo stile slapstick e screwball. Con due film totalmente opposti i Coen impongono il loro stile, ricco di situazioni fuori dalle righe e personaggi stralunati. Qui si raggiunge l’apice, l’esilarante follia di alcuni momenti e le battute al fulmicotone rimangono impareggiabili, grazie ad uno stile mai esagerato e ad attori sempre in parte.

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9.  A SERIOUS MAN  (2009)

Adattare il Libro di Giobbe non è certo facile. Adattarlo poi senza volerlo fare direttamente, e riuscire a piegarlo alla propria poetica, è roba da maestri. Il film più “ebraico” dei Coen è una meravigliosa ode alla sfortuna, all’imprevidibilità della vita e al caos che regna nella vita, in cui tutti gli uomini si muovo come magneti costantemente attirati verso il nulla. Un film che si regge con la Legge di Murphy, retto da umorismo sottile e grottesco, in cui tantissime persone possono immedesimarsi ma, fidatevi, non lo ammetteranno mai.

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8.  L’UOMO CHE NON C’ERA  (2001)

Probabilmente i film dei Coen dell’ultimo decennio e mezzo non sarebbero stati gli stessi senza Rogers Deakins, senza mezzi termini il miglior direttore della fotografia in attività. L’Uomo che non c’era è un fantastico film, ma lo è ancora di più grazie allo splendido bianco e nero che Deakins crea, un uso delle luci, delle ombre e dei colori che diventa protagonista allo stesso livello dei personaggi. Dopotutto l’atmosfera è fondamentale in un noir, ovviamente atipico in mano ai Coen, ma un esempio perfetto del genere con l’esplorazione delle tinte oscure dell’uomo.

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7.  CROCEVIA DELLA MORTE  (1990)

Uno dei primi e tra i migliori lavori dei fratelli Coen, un noir intriso di amoralità, idiozia e humour nero, insomma il classico stile grottesco dei due registi. Gabriel Byrne è l’intenso volto di Tom Reagan, il consigliere di un boss che si ritrova in mezzo ad una guerra tra bande e un triangolo amoroso: intorno a lui un mare di stupidità e tanta violenza, personaggi sciocchi ma spietati. C’è già tutta la poetica dei Coen più una cura formale forse mai raggiunta successivamente, una descrizione dell’ambiente, dei costumi, dei modi di fare perfetta, tutto necessario a svelare che dietro ai più pericolosi criminali esistenti si nascondono uomini che probabilmente senza una pistola in mano non incuterebbero timore nemmeno ad una mosca.

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6.  FRATELLO, DOVE SEI?  (2000)

Il film che forse meglio di qualsiasi altro opera racchiude e spiega l’essenza della poetica stralunata dei fratelli Coen, è un viaggio esistenziale e sociale,  anche storico, dannatamente divertente e incredibilmente catartico. Vagamente ispirato all’Odissea (che i Coen dichiarano tutt’oggi di non aver mai letto per preparare il film, ma conoscendoli non ci crede nessuno) è la storia di tre fuggiaschi negli anni 20 che attraverso gli Stati Uniti per tornare a casa, incontrando nel loro cammino svariate situazioni e personaggi, e anche avvenimenti di una certa rilevanza. Sotto il velo farsesco il film ci racconta una fetta di stria fondamentale per capire l’America attuale, soprattutto quella lontana dalle grandi città, facendoci vivere il periodo della Grande Depressione, le paure e le speranze della gente. Tutto funziona magicamente, la scrittura dei due fratelli al vertice del loro istrionismo, la radiosa fotografia di Roger Deakins, la meravigliosa raccolta di musica country, le fenomenali interpretazioni tra cui si erge la prova più divertente del George Clooney attore. Un tour de force di divertimento, una grande metafora ormai indimenticabile.

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5.  BARTON FINK  (1991)

Il film che ha imposto i fratelli Coen sulla scena internazionale, grazie ad una meritatissima Palma d’Oro a Cannes, nasce in realtà dal più classico “blocco dello scrittore” e dimostra come ogni singola idea, in testa a chi ha vero talento, possa rivelarsi l’idea vincente. La fantastica prova di John Turturro, con una pettinatura indimenticabile, è un sogno ad occhi aperti che diventa incubo, una commedia grottesca in puro stile Coen che pian piano si trasforma in un noiri dai risvolti surreali, senza mai mollare la graffiante satira sull’industria cinema e sulle sue contraddizioni. I simbolismi e i significati nascosti, con connotazioni addirittura politiche e religiose, rendono il film un cult ancora oggi da vedere e rivedere.

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4.  A PROPOSITO DI DAVIS  (2013)

Lo stile dei Coen, la loro profondità, delicatezza e soprattutto ironia ormai la conosciamo tutti, per questo stupisce che riescano a migliorarsi costantemente di film in film, riuscendo a sfornare adesso una delle pellicole più importanti e significative della loro carriera. A Proposito di Davis è la storia di un fallito, il rapsodico racconto che si dipana in episodi e incontri della difficoltà di emergere nel mondo per coloro che, pur avendo talento, mancano di quell’inesplicabile ma decisivo “quid”, una mancanza ancora più forte in un business dominato dal profitto (e qui il discorso si estende facilmente al cinema). Retto da sontuose interpretazioni, una fotografia incredibile e la colonna sonora più bella dell’anno (il film è avvicinabile al musical), è un film che divide ma lascia inevitabilmente un segno.

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3.  IL GRANDE LEBOWSKI  (1998)

Quale film viene celebrato ogni anno con un festival a tema in America, con visione collettive e concerti? Quale film ha ispirato addirittura una religione? La risposta è semplice, è il capolavoro comico dei fratelli Coen, un cult assoluto vagamente ispirato ai racconti noir di Raymond Chandler. Un film cult irresistibile, divertente, ricco di situazioni e personaggi indimenticabili, tra cui ovviamente si erge la figura del drugo, un autentico inno alla calma, alla pace interiore, al prendere le cose della vita con tutta la serenità possibile. Tra interpretazioni fenomenali, battute fulminanti e dialoghi da mandare giù a memoria, dopo aver visto questo film tutti avranno voglia di bere un White Russian o di andare a giocare a bowling.

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2.  NON E’ UN PAESE PER VECCHI  (2007)

La consacrazione dei fratelli Coen arriva con un film che non ha nulla a che fare col loro stile grottesco e divertente, senza i loro classici dialoghi e personaggi. L’adattamento dell’omonimo romanzo capolavoro di Cormac McCarthy è un successo perchè i Coen riescono, cosa difficilissima, a portare sullo schermo non le pagine del libro, ma i sentimenti, lo spirito e il significato: l’affermazione dilagante della violenza, spesso senza motivo, nella società contemporanea. La collocazione temporale nei primi anni 80, alla viglia dell’avvento di Ronald Reagan, è un chiarissimo spartiacque storico. Il film ci conduce in una realtà senza regole, senza legge, senza morale, in cui i valori delle generazioni passate lasciano il passo alla follia dei giorni nostri. Con uno stile asciutto e solido, senza l’utilizzo di musica o intermezzi vari, i Coen mantengono inalterata la tensione e soprattutto un clima di terrore costante per tutta la durata del film. Anthony Chigurgh, il criminale dalla pettinatura assassina, interpretato da un fenomenale Javier Bardem, incarna perfettamente la dissoluzione di ogni forma di integrità. Le parole dello sceriffo scandiscono continuamente il senso di quanto vediamo scena dopo scena: questo mondo non è più un posto per gente civile.

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1.  FARGO  (1996)

La loro filmografia è vasta e soprattutto varia, ma se c’è un film che più di tutti racchiude perfettamente la poetica dei fratelli Coen, quello è indubbiamente Fargo: nessun’altra opera ha rappresentato al meglio, con dialoghi brillanti e personaggi bizzarri, la profonda stupidità insita nella violenza. I Coen lo dicono spesso nei loro film, che siano essi drammi o commedie: l’essere umano non è buono o cattivo, furbo o debole, è essenzialmente stupido, e questo si riflette nelle scelte quotidiane e soprattutto nell’esplosione della violenza contemporanea, talmente ottusa e gestita da ottusi che sempre valica i confini e si trasforma poi in vera tragedia. I Coen nel loro capolavoro lo spiegano in uno scenario innevato che dona una incredibile atmosfera, rileggendo le regole del classico noir con tinte da commedia come nemmeno Hitchcock avrebbe saputo fare.

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