Se in questi giorni state perdendo il sonno, ed un pizzico di sanità mentale, per seguire la serie tv Mindhunter, il merito è di questo signore qui, che ha diretto quattro episodi e prodotto il tutto. David Fincher è uno dei più grandi registi al mondo, un maestro del thriller che è riuscito ad uscire dal guscio e dalle etichette con risultati incredibili, e tuttora è uno degli autori dal marchio più riconoscibile e profondo. Soprattutto, un attento osservatore della società e delle sue perversioni, riproposte spesso con coraggio inusitato sul grande schermo.
I suoi film, più di molti altri, sono decisivi per capire i decenni in cui ha lasciato il segno.
10. ALIEN 3 (1992)
La lavorazione difficile di questo film, per cui David Fincher fu letteralmente preso da un altro mondo, la conoscete tutti. Quanto il regista stesso detesti questo lavoro, e lo consideri non degno di stare nella sua filmografia, è altrettanto noto. Più che le mie parole, credo basti il ricordo dell’esperienza dello stesso Fincher: “Amavo Alien, così ingenuamente ho firmato, e sono andato agli studi di Pinewood dove sono stato sodomizzato ritualisticamente per due anni“.
9. PANIC ROOM (2002)
Per certi veri, è indubbiamente un film minore nella filmografia di David Fincher. Ma per altri, è forse l’esperimento, più che vero e proprio film, in cui dimostra in più di altre occasioni di che stoffa è la sua regia. Il maestro dei thriller dalle grandi ambizioni qui sposta sul piano claustrofobico, sfruttando gli spazi chiusi, spostando la tensione al piano prettamente psicologico, inscenando un classico gioco del gatto col topo che non fa respirare.
8. THE GAME (1997)
The Game è spesso sottovalutato come un puzzle cinematografico fine a sé stesso, ma in realtà, dietro la patina di puro divertimento, è un film essenziale per capire Fincher, l’opera in cui affini la sua poetica che svilupperò nei film successivi. Non ci sarebbe Fight Club senza la capacità di graffiare la società, e mischiare finzione e realtà, vista in The Game; non ci sarebbe Zodiac senza l’abilità di scavare nella mente e nelle paure dei personaggi iniziata in The Game. Non è uno dei film indimenticabili di Fincher, è chiaro, ma col senno di poi è davvero uno dei suoi più importanti.
7. IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON (2008)
Non c’è dubbio, ancora oggi questo film è il più singolare e diverso nella filmografia di David Fincher, quasi un corpo estraneo. Una fiaba umana per certi versi tradizionale, in cui il nonsense inserito dal regista non supera il sentimentalismo. Fincher non è mai stato così malinconico, ed il fatto che un film “classico” sia quello bizzarro nella carriera di un autore, merita già di per sé un grande applauso.
6. MILLENIUM: UOMINI CHE ODIANO LE DONNE (2011)
Non esiste materiale al mondo migliore di questo per un virtuoso iper-realista come David Fincher, col senno di poi sembra quasi che Stieg Larsson abbia scritto la sua trilogia di romanzi proprio per il regista. Fincher non è affatto interessato all’indagine al centro della trama, alla ricerca della ragazza scomparsa o alla raccolta degli indizi, ma la sua attenzione si posa sui due personaggi principali così diversi ma uguali, sulla loro dinamica e sul modo in cui combattono l’oscurità in cui vivono, impegnati in una costante ricerca per uscire fuori dal guscio. Qui il regista prosegue un percorso non solo tecnico e formale, ma anche teorico: il suo modo di rappresentare la violenza, che si ferma a pochissimi centimetri dall’esplicitazione, è crudo e spettacolare, per questo ancora più orribile nella mente dello spettatore, come il suo continuo esplorare la patologia nelle menti dei protagonisti maschili.
5. L’AMORE BUGIARDO (2014)
C’è sempre un po’ di difficoltà nel descrivere questo film, perché quella sorpresa è così bella e importante che va mantenuta intatta, anche se ormai più o meno tutti hanno visto il film, soprattutto chi è su queste pagine. Ma oltre il gusto dello stupore, Fincher e la scrittrice/sceneggiatrice Gillian Flynn riescono a costruire una acutissima satira sul matrimonio, sulle difficoltà relazionali e sui compromessi insormontabili, gettando anche una luce caustica sul modo con cui i media al giorno d’oggi, nei tanti casi di cronaca, sono diventati giudice, giuria e boia. A tratti grottesco e sempre incredibilmente efficace, Fincher colpisce ancora nell’azzannare ciò che va più moda nella società in un preciso momento storico.
4. SEVEN (1995)
Il film che svela a tutto il mondo il talento visionario di David Fincher è uno dei migliori thriller di sempre, una storia che ricicla i cliché del genere (il serial killer introvabile, la coppia di poliziotti nero/bianco o vecchio/giovane) per poi riutilizzarli a favore di un grande approfondimento psicologico dei personaggi e giocare con l’atmosfera maligna continuamente presente. Citazioni letterarie, grandi interpretazioni, un finale da brividi, il film è un caposaldo del thriller moderno.
3. ZODIAC (2007)
Pochi autori al mondo sanno costruire thriller basati sull’atmosfera e sulla tensione, e David Fincher è uno di quelli. La caccia al killer dello Zodiaco, che terrorizzò per più di un decennio gli Stati Uniti commettendo i suoi efferati omicidi dal 1968 nell’area di San Francisco, e che tuttora rimane un caso aperto senza un colpevole ufficiale, diventa terreno fertile per Fincher per mostrare come le azioni di una persona possano rovinare le vite di coloro coinvolti indirettamente. La storia si concentra sulle persone che hanno cercato di scovare il killer, raffigurando un gruppo di uomini deboli e ossessionati, grazie anche ad un cast formidabile. Oltre all’atmosfera cupissima e alla tensione strisciante, la forza del film è quella di essere un vero puzzle, di incartarsi su stesso e girare a vuoto mostrando l’ossessione senza sfogo, facendo vivere allo spettatore lo stesso senso di incertezza e costante frustrazione provato da coloro che non hanno mai trovato il vero killer.
2. FIGHT CLUB (1999)
Non solo uno finali a sorpresa più famosi di tutti i tempi, non solo uno dei film in cui l’estetizzazione della violenza raggiunge l’apice, ma soprattutto un’opera che uscendo alla fine di un decennio, col suo contenuto dissacrante e caustico, si pone a rappresentare lo zeitgeist di un’epoca e di una generazione. Il film è in tutto e per tutto una black comedy, una ferocissima satira sociale che la regia fantastica e ultramoderna di David Fincher maschera per il grande pubblico, svelando pian piano le chiavi del mondo attuale dedicato ormai solo al consumismo e all’autoesaltazione, in cui l’uomo non è più libero ma manovrato come fosse una macchina dai poteri forti. Un film sempre attuale, destabilizzante e pedagogico.
1. THE SOCIAL NETWORK (2010)
The Social Network è un film che parla di tante cose, ma sicuramente NON è un film su Facebook, e questo è paradossale ma estremamente significativo. Il film è soprattutto una gigantesca metafora sul mondo moderno, sugli anni che stiamo vivendo, sulla nostra società, su come sono cambiati i rapporti umani. Ed è al tempo stesso una grande storia americana, una storia di furbizia, determinazione, intraprendenza e ambizione, la storia di un ragazzo si intelligente ma normale diventato il più giovane miliardario al mondo incarnando perfettamente lo spirito del capitalismo. Molte volte fuori luogo si sente dire l’espressione “opera generazionale” ma questa pellicola lo è di certo. Raramente un film in tutte le sue componenti ha saputo racchiudere lo Zeitgeist di un tempo: siamo di fronte al nostro Gioventù Bruciata, al nostro Easy Rider, al nostro The Breakfast Club, al film che meglio di tutti definisce l’era di internet e la nuova America. Un film di vittoria e sconfitta, di innovazione e ispirazione tramite personaggi cinici e detestabili, un ‘opera complessa sulla complessità del mondo in cui viviamo oggi.
mettere Zodiac davanti a Seven (e peraltro nella top-three) è una scelta coraggiosa ma che mi trova assolutamente d’accordo… non so perché Zodiac sia stato così osteggiato da alcuni…
p.s.: anche noi oggi abbiamo iniziato una classifica, che però durerà un pò di post… passa a dare un’occhiata, se ti va… ciao
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Le posizioni di Seven e Zodiac sono state l’unico dubbio fino all’ultimo secondo dalla pubblicazione 🙂
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Discutere le classifiche altrui è un atto di assoluta arroganza: se una classifica è “tua” significa che è insindacabile. Posso quindi sottolinearne solo il coraggio enorme di alcune scelte, perchè credo sia pensiero comune che The Social Network sia una sua opera “minore”, per lo meno se confrontata con i suoi più grandi successi di fine anni 90 (come Seven e Fight Club).
Parallelamente, posso però dirti che amo Fincher sconfinatamente, guardo ogni suo nuovo film con grande interesse e lo considero in assoluto il re del thriller moderno. L’unico suo film che proprio non sono riuscito a digerire in alcun modo è quel Benjamin Button che tu hai messo addirittura al 7° posto: pensa che io l’ho inserito nella mia classifica dei film più brutti mai visti…
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